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giovedì 13 novembre 2008

Adolescenti a quarant'anni?

Mi è capitato tante volte nella mia vita di sentir persone di quaranta o più anni, età cosiddetta "matura", fare discorsi da adolescenti, cioè in puro stile adolescenziale. Parlavano di vestiti, di estetica, ma in modo così enfatico come se fosse una questione di vita o di morte, come se davvero fossero le cose più importanti della vita. Parlavano di oroscopi, con cognizione di causa, di incompatibilità di caratteri basate su oscure influenze astrali e così via.Parlavano di diete da fare "assolutamente" per perdere quei chili in più che vedevano solo loro. Criticavano tutto e tutti, senza risparmiare giudizi pesanti sopratutto sull'estetica e sull'abbigliamento. Una tipica frase? : "guarda che cesso quella!" (e qua mi fermo risparmiandovi espressioni ben più colorite di cui non andare per niente fieri). La cosa mi colpiva sul momento pensando però che fosse qualche caso isolato, del resto si può essere maturi a vent'anni e immaturi a quaranta. La cosa ha cominciato a preoccuparmi col passare del tempo perchè ho fatto sempre più caso a questi discorsi,sentendoli sempre più spesso, e lì ho cominciato a farmi alcune domande. Per anni, ogni pomeriggio, per almeno dieci minuti sostavo davanti alla scuola elementare aspettando l'uscita delle mie figlie e lì devo dire ho completato il quadro di quella che, secondo me, è la situazione purtroppo niente rosea. Madri di famiglia, adulte, e già sugli anta come si suol dire in competizione con le figlie adolescenti! In competizione per quanto riguarda abbigliamento, atteggiamenti, linguaggio. Mi sono chiesta: forse per alcune l'adolescenza arriva in ritardo? Si tratta di adolescenti a loro tempo represse? O forse per alcune l'adolescenza non finisce mai? O forse ancora è un modo per rifiutare il fatto che gli anni passano? Parlo al femminile perchè, purtroppo, ho notato questo fenomeno, chiamiamolo così, sempre sulle donne. Tutti questi discorsi basati su argomenti davvero vitali per loro, quali l'estetica, l'abbigliamento, chi partecipa all'ultimo reality di grido, i flirts dei cantanti e degli attori, ecc ecc e qua la lista potrebbe davvero essere lunga. Può sembrare un fenomeno apparentemente banale ma purtroppo dobbiamo guardare il rovescio della medaglia, e cioè che sono persone che crescono a loro volta figli così, in quel bel clima di superficialità, e il messaggio che passa è sempre quello: non importa farsi una posizione nella vita, studiando o imparando un mestiere, bensì far vedere le gambe e anche altro. Che tristezza! Questa è ovviamente una mia personale interpretazione di un fenomeno che probabilmente ha avuto eguali nei decenni passati, ma secondo me mai forte come adesso. Cosa ne pensate?

1 commento:

Unknown ha detto...

Molto interessante questo articolo perche' offre ottimi spunti di discussione, secondo me.

Non saprei, pero', a cosa o a chi attribuire la colpa degli atteggiamenti di cui parli. Una cosa e' certa: in genere, quelli che criticano acidamente qualcuno a priori, soprattutto per ragioni esteriori, e' perche' sono loro i primi a vivere un disagio interiore e quindi nella critica non fanno altro che riflettere se stessi.

Ad esempio, quelle che si sentono autorizzate sempre a criticare le altre per dei presunti chili di troppo e' perche', in realta', sono loro stesse per prime a sentirsi inadeguate. E questo, ovviamente, non vale solo per i chili di troppo ma per tante altre cose.

Comunque, credo sia importante fare una distinzione tra chi, nonostante abbia gia' abbondantemente superato la soglia adolescenziale non rinuncia al proprio lato "bambinesco" senza pero' cadere nel ridicolo, e chi invece, pur trovandosi nella stessa fascia d'eta' si comporti come se il tempo si fosse fermato, e l'epoca delle frivolezze da teenager, dei pettegolezzi con le amiche che ridacchiano,di sfoggi di magliettine della Onyx, dei palloncini fatti col cicles non fosse mai finita.

Forse sono persone che non hanno potuto viversi appieno la propria adolescenza per motivi vari, e che quindi tentano di recuperare il tempo perduto in quel modo. Non so.

Il lato piu' triste della faccenda, pero', oltre al fatto che tale atteggiamento venga inevitabilmente trasmesso ai figli, e' che spesso tutto questo soffocante interessamento per stupidaggini (fissazioni col peso, "bisogno" impellente di lampadarsi, di spendere fortune in capi firmati ecc.) e' inversamente proporzionale all'interessamento per la cultura in genere, il leggere libri, il visitare musei, l'espandere i propri orizzonti e il vedere un briciolino al di la' del proprio balcone, degli squallidissimi reality show a cui s'incollano cascasse il mondo, o della propria cricca di amichette gracchianti.

Ciao e complimenti ancora per i tuoi articoletti!