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sabato 6 giugno 2009

Grazie, anonimo filosofo!



Giorni fa io e mia figlia ci siamo recate a fare la spesa al mercato che c'è in fondo al corso dove abitiamo. Dopo aver posteggiato come d'abitudine ho aperto il bagagliaio per prendere una borsa vuota da riempire poi con gli acquisti, e lì la nostra attenzione è stata attratta da una scritta sul muro di una casa adiacente il marciapiede dove mi ero fermata con l'auto.
Da notare, secondo me, la precisione con cui è vergata, senza sbavature di colore, senza errori e poi quel punto esclamativo finale che ne fa un monito, non trovate? I muri delle città sono pieni, purtroppo, di scritte che spesso sono un inno alla volgarità, al razzismo e altro e si immagina che magari siano scritte nottetempo con la paura di essere scoperti, per cui chi le produce non bada certo all'ortografia, non parliamo dei contenuti. Ma questa è ben diversa!
Vittime, non tutti lo siamo! Cosa mai avrà voluto dirci questo anonimo filosofo di strada? (visto e considerato quanto ci ha dato da pensare, e quanto ne darà magari a voi che leggete, non saprei come diversamente definirlo se non filosofo.....)
Forse che, pur credendoci vittime, non sempre lo siamo? Magari, chissà, il ruolo della vittima è in qualche modo attraente...... Oppure ci crediamo vittime anche quando addirittura siamo carnefici? O forse più semplicemente, e qua davvero divago, chi l'ha scritta è una persona suo malgrado relegata al ruolo di carnefice da un'ipotetica vittima che poi a conti fatti tanto vittima non è? Chissà...... Fatto sta che ne abbiamo parlato a lungo e ancora oggi, a distanza di giorni, ne riparliamo. Per una volta una scritta sul muro ci ha fatto pensare e riflettere a lungo, e non, come solito, pensare che c'è gente che non ha di meglio da fare.