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venerdì 1 agosto 2008

LA COMUNITA' VIRTUALE

Oggi come oggi siamo in tanti ad usare il pc, e magari si inizia per curiosità o giusto perchè è un "oggetto" dei nostri tempi che nelle case, certo, non poteva esistere venti anni fa. Alcuni lo usano per studio, altri per lavoro, ma tutti comunque ,prima o poi,una volta diventati navigatori del vasto mare virtuale, si fanno incuriosire da cose tipo giochi di ruolo e comunità virtuali, tanto per citare qualcosa che sicuramente appassiona tantissima gente.

Chi non ha provato il famoso gioco di ruolo on-line perchè l'amico o parente gliene ha parlato così tanto? Per non parlare della famosa e frequentatissima comunità virtuale dove si possono fare tante amicizie e passare ore a chattare? Difficile resistere
Una volta "iniziati" a questo tipo di misteri diciamo, si perchè di misteri si tratta almeno agli inizi, esiste tutto un glossario spesso incomprensibile e che in qualche modo attrae e ci fa invidiare un pò chi, invece, usa certi termini come se niente fosse, non si può fare a meno di notare alcune cose.
Una delle prime cose che si notano, almeno secondo me, è il numero incredibile di persone collegate su un server di gioco nello stesso momento, e lì le domande cominciano a nascere spontanee, come si suol dire.

Ci si chiede fino a che punto il gioco è uno svago e qual'è il confine tra lo svago, ammissibilissimo e sacrosanto, e la fuga dalla realtà? Già perchè a quello viene da pensare. Ci sono persone che giocano nottate intere ad interminabili partite in ancor più interminabili livelli da raggiungere su un gioco sparatutto pieno di regole. Ma come? Non dicono che noi italiani leggiamo poco? Ma non è vero assolutamente! Provare per credere uno di quei giochi di ruolo multiplayer, c'è da leggere per settimane! Regole su regole, non parliamo delle eccezioni e che dire delle gerarchie degli staff che dirigono i vari giochi con l'indispensabile forum annesso? Ci sarebbe da parlare per ore.....da leggere ancor di più, e senza distrarsi un attimo si perchè la minima distrazione può costarti punti di penalità nello scontro all'ultimo sangue contro gli alieni della galassia mai sentita nominare prima, non sia mai!
Lungi da me, sia ben chiaro, giudicare chi gioca on-line (e parlo con cognizione di causa, gioco anche io) o peggio ancora emettere un verdetto, cosa ancor più esecrabile. Gioco anche io ad alcuni giochini apparentemente stupidi, di quelli che pensi che dopo l'iscrizione mollerai e ti trovi dopo settimane a leggere praticamente un'intera biblioteca per capire dov'è il bug! Pazzesco eh! Sono indubbiamente cose che catturano, specie chi ama leggere ed è curioso, però penso che per quanto piaccia e per quanto tempo vogliamo dedicare a questo tipo di svaghi bisogna sempre tenere presente il confine tra virtuale e reale, confine di per se molto labile.
So che la mia curiosità mi porterà a provare altri giochi ancora, a farmi tante domande, e chiedermi ogni volta che tento di capire come funziona un giochino apparentemente stupido, chi è la "mente" che ha partorito una cosa simile, si perchè, e non vuol esserci sarcasmo in questo, sono comunque persone intelligenti che sviluppano giochi complessi e che prenderanno migliaia di giocatori che consumeranno ore e ore a capire come funziona.
Per il momento vi saluto, convinta di aver già dato lo spunto a qualcuno per ficcarsi nei meandri di internet a caccia di qualche novità in fatto di giochi ehehe e devo dire mi piacerebbe sentire anche il vostro parere. Salutissimi

domenica 27 luglio 2008

Il cassetto dei ricordi - parte seconda

Dai cassetti a quanto pare ogni tanto esce un pezzo di quella che è la nostra storia personale. Un giorno pulendo un cassetto appunto è saltato fuori un fazzoletto che mi ha riportato indietro nel tempo di tanti tanti anni, precisamente di quaranta. All'epoca ero una bambina e avevo una zia che lavorava come operaia in una fabbrica di fazzoletti appunto. In quella fabbrica si stampavano metri e metri di stoffa da cui poi si ricavavano i fazzoletti che venivano orlati a macchina,quindi confezionati e venduti ai negozi. Ce n'erano di tanti tipi, da uomo, più grandi e più "seri" diciamo, di solito bianchi o colorati ma in tinta unita; per quanto riguarda quelli da donna invece c'era più da sbizzarrirsi, ce n'erano di tutti i colori e misure, ricamati, stampati a fiori o fantasie varie, i più raffinati erano orlati di pizzo. Si perchè bisogna precisare una cosa, oggi che si vive nell'era dell'usa e getta, un tempo non esistevano nè fazzoletti di carta nè carta da cucina e tantomeno tovaglioli di carta, tutti erano sempre e solo di stoffa, di vari tipi, per le varie occasioni. Di semplice cotone per uso quotidiano oppure di tessuti più pregiati per le grandi occasioni, e anche per i fazzoletti era così, c'erano quelli di uso quotidiano e quelli più eleganti diciamo, con le iniziali ricamate, orlati di pizzo, a volte erano anche di seta pura, insomma quello che un tempo era detto il fazzoletto "da borsetta".
A questa mia zia era permesso portare a casa le stoffe fallate diciamo, cioè che erano state stampate male, e ne portava a casa parecchi metri. Dalle parti stampate male e che dunque non potevano diventare fazzoletti, si ricavavano stracci per la polvere, quelli che invece erano stampati bene diventavano fazzoletti, ed era il passatempo spesso di mia madre orlare a mano quei fazzoletti, una cosa che davvero oggi non so chi fa più.
Tanti di quei fazzoletti ancora mi sono rimasti e forse perchè sono un ricordo d'infanzia, di un tempo che fu, ancora oggi preferisco i fazzoletti di stoffa, li trovo più confortevoli e in qualche modo "consolatori" per i momenti tristi. Il fazzoletto di stoffa mi lega molto alla mia infanzia e anche se, come tutti, uso molto i fazzoletti di carta anche, però non riesco a separarmi da quei vecchi fazzoletti di stoffa, ognuno dei quali ha una storia. Conservo ancora i fazzoletti che mia nonna mi regalò quasi come se fossero una reliquia, orlati di pizzo, colorati e confezionati in una scatolina dorata, davvero una cosa d'altri tempi. Salutissimi ;)