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giovedì 13 novembre 2008

L'era del "dio bambino"

In questi ultimi giorni si sono sentite in televisione e lette sui giornali fiumi di parole per quanto riguarda la riforma della scuola, e alcune cose mi hanno davvero colpita. Si criticava molto la questione del maestro unico e lì non ho potuto fare a meno di andare indietro negli anni e pensare alla mia generazione e a quante generazioni come la mia hanno avuto un'unica maestra/o e non siamo cresciuti più infelici o più ignoranti dei giovani di oggi sicuro. Bisogna comunque pensare che nel giro di trenta-quarant'anni i tempi sono cambiati radicalmente, quello si. Un tempo si riconosceva l'autorità della maestra/o, se prendevi una nota o un compito di punizione e beh, ti tremavano le gambe solo al pensiero di tornare a casa e dirlo ai tuoi, già perchè se la maestra/o era arrivata a tanto di sicuro c'erano uno o più motivi sicuramente fondati e te l'eri meritata. Passavamo interi pomeriggi copiando le famose cento frasi come compito di punizione, e a nessuno veniva in mente di allagare la scuola per quello nè tantomeno scendere in piazza, quelle erano le regole, l'autorità era esercitata da chi aveva titolo per farlo, punto e basta. Oggi invece, e qua vi rimando al mio articolo precedente, se già le madri sono adolescenti figuriamoci, i bambini di conseguenza hanno sempre ragione, la maestra ce l'ha con lui, il compito di punizione l'ha preso per colpa di quel cretino del compagno di banco, mio figlio ha un'intelligenza superiore alla media e nessuno lo capisce (giuro di aver sentito questa frase e più di una volta anche). Davanti ai cancelli della scuola si tengono veri e propri processi al corpo insegnante, il tutto alla presenza dei figli i quali attingono a piene mani da tutto quel parlare, facendosi forti nel momento in cui si comporteranno male a scuola: tanto mia madre darà ragione a me! I risultati sono quelli che vediamo tutti ogni giorno. Viviamo in quella che io definisco "l'era del dio bambino", già perchè il bambino, che un giorno avrà 16 anni ma godrà sempre di questo status, ha sempre ragione, va sempre accontentato anche quando è palesemente sbagliato e controproducente. Il dio bambino è un dio crudele, che non esige offerte di fiori, cibo e incensi bensì esige il cellulare a 5 anni, compila liste di regali natalizi che arrivano a cifre di 5-600 euro, rinnova il guardaroba più volte durante l'anno stufandosi quasi subito del pantalone che è costato cento euro e guai se non lo si comprava, si aggira con dimestichezza nei negozi di elettronica e articoli tecnologici così come quelli della mia generazione al massimo facevano nel negozio delle caramelle, sta al centro di un universo fragile, superficiale e materialista, costruito appositamente per lui. Purtroppo le cose secondo me non miglioreranno, anzi, è sempre più difficile essere genitori e anche quelli che disperatamente tentano di trasmettere qualche valore (parola ormai dal sapore antico) ai propri figli si trovano a combattere contro un'autentica continua competizione su chi ha l'ultimo modello di cellulare, l'occhiale firmato (altra piaga dei nostri tempi la roba firmata, ai miei tempi l'unica cosa firmata che avevamo era la pagella, firmata dai genitori e magari anche dopo che ti eri preso una bella sgridata) e comunque questo terribile dio bambino ha sempre uno stuolo di avvocati ai suoi piedi, genitori in prima linea e poi nonni, zii e quant'altro. Anche qua non mi resta altro da dire se non continuare a pensare che davvero i tempi sono cambiati, troppo.

Adolescenti a quarant'anni?

Mi è capitato tante volte nella mia vita di sentir persone di quaranta o più anni, età cosiddetta "matura", fare discorsi da adolescenti, cioè in puro stile adolescenziale. Parlavano di vestiti, di estetica, ma in modo così enfatico come se fosse una questione di vita o di morte, come se davvero fossero le cose più importanti della vita. Parlavano di oroscopi, con cognizione di causa, di incompatibilità di caratteri basate su oscure influenze astrali e così via.Parlavano di diete da fare "assolutamente" per perdere quei chili in più che vedevano solo loro. Criticavano tutto e tutti, senza risparmiare giudizi pesanti sopratutto sull'estetica e sull'abbigliamento. Una tipica frase? : "guarda che cesso quella!" (e qua mi fermo risparmiandovi espressioni ben più colorite di cui non andare per niente fieri). La cosa mi colpiva sul momento pensando però che fosse qualche caso isolato, del resto si può essere maturi a vent'anni e immaturi a quaranta. La cosa ha cominciato a preoccuparmi col passare del tempo perchè ho fatto sempre più caso a questi discorsi,sentendoli sempre più spesso, e lì ho cominciato a farmi alcune domande. Per anni, ogni pomeriggio, per almeno dieci minuti sostavo davanti alla scuola elementare aspettando l'uscita delle mie figlie e lì devo dire ho completato il quadro di quella che, secondo me, è la situazione purtroppo niente rosea. Madri di famiglia, adulte, e già sugli anta come si suol dire in competizione con le figlie adolescenti! In competizione per quanto riguarda abbigliamento, atteggiamenti, linguaggio. Mi sono chiesta: forse per alcune l'adolescenza arriva in ritardo? Si tratta di adolescenti a loro tempo represse? O forse per alcune l'adolescenza non finisce mai? O forse ancora è un modo per rifiutare il fatto che gli anni passano? Parlo al femminile perchè, purtroppo, ho notato questo fenomeno, chiamiamolo così, sempre sulle donne. Tutti questi discorsi basati su argomenti davvero vitali per loro, quali l'estetica, l'abbigliamento, chi partecipa all'ultimo reality di grido, i flirts dei cantanti e degli attori, ecc ecc e qua la lista potrebbe davvero essere lunga. Può sembrare un fenomeno apparentemente banale ma purtroppo dobbiamo guardare il rovescio della medaglia, e cioè che sono persone che crescono a loro volta figli così, in quel bel clima di superficialità, e il messaggio che passa è sempre quello: non importa farsi una posizione nella vita, studiando o imparando un mestiere, bensì far vedere le gambe e anche altro. Che tristezza! Questa è ovviamente una mia personale interpretazione di un fenomeno che probabilmente ha avuto eguali nei decenni passati, ma secondo me mai forte come adesso. Cosa ne pensate?

lunedì 10 novembre 2008

un piccolo cambiamento......

Salve a tutti! Come sicuramente avrete notato ho cambiato l'immagine del mio blog, non perchè non mi piacesse più quella che avevo prima, anzi, però penso che ogni tanto bisogna rinnovare un pò le cose, dove è possibile. Vivo a Torino dal 1975, proveniente dalla provincia, sono dunque torinese di adozione. Ho scelto la Mole Antonelliana versione notturna perchè trovo che questa sia una città splendida si ma di notte ancora di più e la famosa Mole beh... ne è il simbolo da tantissimi anni. Un pò di storia: l'edificio fu iniziato nel 1863 su progetto di Alessandro Antonelli, inizialmente destinato a sede del tempio israelitico. I lavori furono ultimati nel 1889, dopo tutta una serie di vicissitudini finanziarie e polemiche sulla sua stabilità.Alessandro Antonelli non vide la fine del suo progetto, morì durante i lavori e la direzione del cantiere passò a suo figlio Costanzo Antonelli, fino al compimento del progetto. E' alta 167 metri ed è attualmente sede del Nuovo Museo Nazionale del Cinema. E' possibile accedere alla guglia mediante un ascensore panoramico. Assolutamente da vedere per chi viene a visitare Torino!