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lunedì 19 ottobre 2009

Rubin "Hurricane" Carter


Correva l'anno 1976, per molti di noi un anno che riporta all'adolescenza e ai relativi ricordi.


La radio trasmetteva una canzone gettonatissima in quel periodo, "Hurricane" di Bob Dylan e molti di noi erano corsi a comprare il 45 giri, i più fortunati l'intero lp.


Una canzone lunghissima, tant'è che nel 45 giri occupava addirittura entrambe le facciate; sulla copertina era riportato l'intero testo ed io con alcuni compagni di scuola c'eravamo avventurati nella traduzione dall'inglese all'italiano, impresa che ci riuscì non senza difficoltà, e così facendo ce l'eravamo imparati a memoria.

A distanza di tanti tanti anni ancora la ricordo e vorrei qui ripercorrere brevemente la storia di questa canzone accompagnandola con questo video compreso di traduzione.


Il testo racconta la triste storia del pugile nero Robin Hurricane Carter, e di come, al culmine della sua carriera sportiva e quando stava per diventare campione del mondo, sia stato accusato di un triplice omicidio avvenuto in un bar di Paterson, New Jersey il 3 giugno 1966.


Furono uccise tre persone quella maledetta notte, ma una di queste non morì subito, fu trasportata in fin di vita in ospedale, e al suo cospetto fu condotto Hurricane, che non fu riconosciuto come uno di quelli che avevano sparato.

Nonostante questo la "macchina infernale" si era ormai messa in moto e, tra vicissitudini varie comprese manifestazioni popolari di protesta e solidarietà, il povero Rubin Hurricane Carter finì in prigione per ben venti anni, finchè un gruppo di cittadini canadesi si interessò al suo caso imponendo la riapertura del processo sulla base di nuovi elementi che lo scagionarono, e fu scarcerato nel 1985.


La canzone di Bob Dylan fece conoscere al mondo intero questa triste storia, anche a quelli che, non vivendo negli States, non seguivano molto i casi di cronaca americana.


Sicuramente è una vicenda che affonda le sue amare radici nel razzismo nei confronti dei neri, infatti per come si svolsero i fatti se ne deduce che volessero trovare un colpevole a tutti i costi, pur sapendolo innocente, e che fosse nero.... tristissimo!


Di questa, come di tante altre storie simili, spesso mi chiedo cosa sia rimasto, cosa la gente ricordi, cosa la gente abbia imparato.

1 commento:

Unknown ha detto...

Questo e' un articolo eccellente! Complimenti!! Grazie alle tue ricerche sei riuscita a dare risalto a questo personaggio che per molti rimane tristemente sconosciuto, oppure legato al passato e quindi non degno di attenzione.

Ho letto alcuni articoli dedicati a Rubin Hurricane Carter e alla sua incredibile vicenda giudiziaria, e naturalmente ho trovato punti di vista discordanti fra loro: da una parte c'e' chi assolve completamente Carter, e dall'altra chi sostiene che in realta' Carter non abbia mai detto la verita'.
Altri ancora accusano Bob Dylan di aver abbellito la storia del pugile raccontata nella sua canzone, e di aver volutamente tralasciato alcuni particolari relativi a dei precedenti penali che macchiavano la fedina penale di Carter.

Credo che, come capita spesso in casi cosi' controversi, ci siano sempre varie fazioni che sostengono teorie spesso molto contrastanti fra loro, creando cosi' ancora piu' confusione in chi, come noi, vorrebbe solo sapere come sono andate effettivamente le cose.

Personalmente, credo che Carter sia innocente e che sia stato, purtroppo, vittima di uno sporco gioco d'interessi che ha visto come capro espiatorio proprio il pugile il quale, per via del colore della sua pelle, sconto' la pena di un altro balordo. E come hai giustamente ricordato nel tuo articolo, non bisogna dimenticare di rivedere la vicenda collocandola correttamente nel contesto storico in cui avvenne, e cioe' in un'America che era ancora tanto (troppo) alle prese con spinose questioni razziali e che, grazie al viscidume etico e morale di alcuni testimoni e giudici compiacenti, non si faceva grossi scrupoli nel chiudere un occhio davanti a simili orrori giudiziari.

Hai scritto proprio un bell'articolo e spero che ne seguano presto tanti altri ancora!!

Mari